Suppa cuata o gallurese (opportunamente addomesticata a zuppa di pane e formaggio)

Per ferragosto ho tentato di fare la ricetta più calda, autunnale, calorica, rigenerante che esista tra le pietanze sarde che non sono considerate semplicemente “carne”.

La suppa cuata, o zuppa logudorese, a base di brodo di carne, pane raffermo e formaggio a pasta filata, dovrebbe essere fatta esclusivamente con prodotti tipici della zona.

Ma, con un po’ di addomesticamenti e un certo adattamento del palato, ci siamo accontentati di questa versione casteddaia (cagliaritana, per i non isolani).

  • Difficoltà: bassa
  • Costo: basso
  • Tempo: 15′ (preparazione) + 30′ (cottura)

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La ricetta per i ristoranti è diventare “social” [aggiornato]

Se questo titolo capiterà sotto gli occhi di un ristoratore, questi penserà “ecco l’ennesimo finto-guru che parla di come migliorare la mia attività, non avendo nessuna esperienza nel mio campo”.

E ha ragione. Perché ogni attività ha la sua dimensione, e i suoi limiti. Io faccio il mio, tu fai il tuo.

In realtà, un ristoratore attento a ciò che succede attorno a se, curioso e desideroso di superare i propri limiti, avrà avuto modo di scontrarsi con il web, i social network e tutto il resto.

E molto probabilmente l’amico informatico, il webguru, il social expert avrà spiattellato una ricetta piuttosto comune ma, secondo me, sbagliata: “fatti un sito!” “fatti la pagina su facebook!” “fatti un account twitter!“.

Io credo, invece, che queste azioni mancano il bersaglio, e spesso si basano su un principio sbagliato che dice: “URLA IL TUO NOME“.

Il principio, secondo me, dovrebbe essere: “ascolta“.

Quindi, se vuoi l’ennesima ricetta-pronta-da-due-minuti, fatti un sito, fatti facebook, fatti twitter.

Se, invece, vuoi qualcosa di più sofisticato, Continua a leggere

Groupon, le ghiotte occasioni e i ristoranti

Groupon, per chi non lo conoscesse, è un servizio che offre prodotti e servizi scontatissimi nella tua città.

Come funziona per i consumatori? Semplice: groupon pubblica le offerte (deal) del giorno, con indicazione del servizio e dello sconto applicato. Il consumatore acquista su groupon con carta di credito o paypal un buono spesa o “voucher” che consegnerà all’esercente per percepire il prodotto/servizio.

Come funziona per gli esercenti? Semplicissimo: l’esercente decide il prezzo scontato del prodotto servizio e comunica lo sconto applicato. Groupon lancia l’offerta per tot giorni (tipicamente due-tre) su web (sito, banner…) e su una mailing list con svariate migliaia di potenziali acquirenti localizzati sul territorio. Groupon intasca i soldi degli acquirenti e paga l’esercente il 50% (tipicamente) all’atto della riscossione del voucher.

Questo, in linea teorica.

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un’esperienza dei sensi

Non è detto che chi legge blog di cucina sia un esperto di quest’arte, magari c’è anche chi, come me, si avvicina per le prima volta, o vuole sperimentare un pò, oppure desidera fare bella figura ma non sa da dove iniziare. Ecco se siete di queste parti, io ho imparato alcune cose cammin facendo: ovvero che cucinare è una esperienza dei sensi, e vanno usati tutti.

Toccare è fondamentale. Via mestoli, cucchiai, attrezzi, provate anche a toccare con mano quello che fate. Noo, non immergete la mano nell’acqua bollente, ma infilare le dita nella farina è una delle sensazioni più toccanti che si possano sentire.  Il pane fatto in casa ad esempio non è solo una delizia per la vostra bocca, ma un piacere mescolare  la leggerezza dei diversi tipi di farina. Imprimere la forma delle dita nella pagnotta, il tepore dell’acqua, l’impasto delle torte. Avete presente quando Ameliè affonda le dita nel sacchetto di fagioli? Ecco, provate.

C’è chi sostiene che si possa capire la cottura del pesce con il solo olfatto. Quando è pronto ha un profumo inconfondibile. L’odore dei cibi non  è un di cui, ma un piacere da godere, grattuggiare la scorza del limone sprigiona tutta la sua essenza.
Se qualcosa bolle in pentola di solito è troppo caldo per sentirne l’aroma, allora si avvicina il “vapore” con la mano e in questo modo si sente meglio.

L’udito può esservi utile in diversi casi, per capire che dice la pentola a pressione, e per interrogare i propri piatti, sei pronto? se sfrigola troppo magari il fuoco è troppo alto, o il caffè sta uscendo dal fuoco… non dormite! Io per esempio ho una pentola che segna il nord… ma questa è un’altra storia..

Siamo quasi al dunque, abbiamo terminato la nostra ricettina, non ci resta che servirla nel piatto. Perchè non accompagnarla con una bella composizione? Niente di elaborato per carità, ma la scelta del piatto giusto, il tovagliolo colorato, un pomodorino rosso e la valerianella, il bianco della feta. Il fiocco verde di porro attorno alla crespella, la salsa rosa… non c’è limite alla fantasia, vedrete che sorrisi!

Finito! Il piatto è pronto, lo portiamo in tavola, è bello, non ci resta che assaggiare, spazio al gusto

 

Risotto mele & speck

Non si può certo dire che per me la cucina sia un atto “creativo”, o meglio, lo è perchè “crea” ma non padroneggio ancora la materia per potermi sbizzarrire senza una guida…

Per questa ricetta mi sono basata (molto basata) su quella citata da GialloZafferano (ormai la mia bibbia) http://ricette.giallozafferano.it/Risotto-mele-e-speck.html

con qualche piccola semplificazione.

Difficoltà: bassa

Costo: basso

Tempo: mmh, da quando è iniziato il telegiornale fino all’inizio del film

Ingredienti

  • Cipolla
  • Riso arborio (non avevo il carnaroli!) 320 gr *
  • Vino bianco 1 bicchiere
  • Speck (lo avevate dedotto dal titolo?) diciamo 80 gr ma è solo perche non ne avevo di piu… potete arrivare a 120!
  • Burro, 40 gr
  • Dado x brodo (o brodo vero se siete bravini)
  • Mele rosse farinose, 2 (fuji)
  • Grana padano se vi piace

 

* sembra tanto ma non è.

Spiegazione:

I veri cuochi si preparano gli ingredienti prima, io non lo faccio ma è MALE, meglio avere le cose pronte ad essere scaraventate in pentola al momento giusto, non lasciate il cibo sul fuoco nel frattempo che affettate/grattuggiate/sminuzzate/implorate lo speck di tagliarsi da solo. QUINDI:

prima:

1.tagliate la cipolla

2. tagliate lo speck in dadini

3.versate il vino in un bicchiere

4. sbucciate e tagliate le mele a dadini

fatto? ok potete iniziare, eeeh non vale imbrogliare!

Prendete l’amica pentola a pressione, fateci rosolare dentro la cipolla con il burro, non tanto, non fatela bruciare. Poi aggiungete il riso e fatelo tostare (basta qualche minuto direi, il riso avrà la brutta abitudine di fare amicizia con la pentola, non inteneritevi e mescolate sempre, non si deve attaccare!  Appena si trasforma da bianco a trasparente versate il vino, mi raccomando continuando a girare… (la cucina è piu che altro un giramento)

Bene, ora dobbiamo chiudere la pentola a pressione, senno che l’abbiamo usata a fare? Mettiamo allora un po d’acqua, quanta? diranno subito i miei piccoli lettori, facciamo un rapporto di 2 a 1 con il riso, ovvero circa 300 gr di riso >> 600 ml acqua. Mettiamo anche un misurino di dado et voilà! chiudiamo il pentolone.

Quanto deve cuocere? Ora, siccome ci mancano ancora le mele, che vanno messe a metà cottura facciamo solo 4 minuti di pentola a pressione.

Poi apriamo, mettiamo le mele e facciamo cuocere ancora un po (diciamo altri 3 minuti) a seconda di quanto vogliamo “morbido” o “secco” il nostro risotto. Finito!

Se volete potete mantecare con il grana, e aggiungere alla fine una grattata di pepe nero (ci sta!)

Il connubio dolce della mela e salato dello speck è delizioso e fa passare il mal di testa 🙂